PUF! MAGIA! parte terza

Martin, invece, si sentiva sicuro: con passo veloce raggiunse l’Università, salì al secondo piano e bussò alla porta 14. Dopo pochi secondi un uomo alto, sulla cinquantina, bruno e dall’aria seria si presentò al suo cospetto: “Buongiorno professor Ideoni! Sono uno studente del suo corso di studi in questa Università! Mi chiamo Martin Martini, ho bisogno che lei mi aiuti per un problema verificatosi a San Grigiario, l’ospizio qui vicino!” Il professore interessato rispose “Mia madre vive a San Grigiario, mi dica tutto”. Martin continuò: “Questo cane si chiama Toby, è il cane di un’ospite della casa di riposo” il cane saltò in braccio al professore, accoccolandosi. Martin parlò del comportamento del Direttore e della vecchina e si rese disponibile ad avviare un’azione legale contro suo padre.

Martin spiegò che non si era mai esposto contro di lui per aiutare gli ospiti di San Grigiario, in fondo era sempre suo padre! Pensava, o sperava, che ci fosse della bontà in lui. Ma quel comportamento aveva fatto traboccare il vaso. Sì, il maltrattamento della vecchina della stanza 52 e del suo cane sarebbe stato l’ultimo!

Il professore pattuì con Martin di parlare con un giudice in tribunale.

La vecchina era così spaventata e sola! Ma in due giorni le arrivò una lettera dalla Corte Suprema che recitava: “È invitata a presentarsi al tribunale martedì alle dieci di mattina”. I due giorni passarono molto velocemente, sia per la vecchina, che non vedeva l’ora di rivedere il suo cagnolino, sia per Martin che, preparando le arringhe e discutendo con il suo professore, aspettava il suo debutto in tribunale.

Il giorno tanto atteso arrivò, e Martin si svegliò di soprassalto al suono della sua sveglia, si alzò, si vestì, pulì Toby e partì per il tribunale in taxi. Sceso dalla macchina davanti al gigantesco palazzo del tribunale, vide la vecchina che lo aspettava sulla soglia con una signora più giovane di lei, sua figlia. Gli occhi della vecchina brillarono vedendo il suo amico attraverso i suoi occhialoni ed urlò: “Toby! Toby! Vieni ad abbracciarmi!”, Martin lasciò svelto il guinzaglio del cane che, correndo senza tregua fino alla sua padrona, arrivò subito da lei e la baciò. La vecchina pensò che quello fosse il momento migliore della sua vita.

Poco tempo dopo Martin, il suo professore e la vecchina erano seduti davanti al giudice, un uomo giusto e pacato, dall’altra parte dell’aula era presente il direttore di San Grigiario e il suo avvocato. Il giudice interrogò subito il direttore il quale affermò “Io non ho mai maltrattato nessuno, semmai gli altri mi hanno maltrattato. Nessuno ha verso di me una parola o modo gentile, nessuno mi vuole bene!” a queste parole dal pubblico si alzarono almeno una ventina di persone che, gridando, affermavano che le parole del direttore non fossero vere. “Sono tutte menzogne!”, “È la persona più cattiva che conosco!”, “Non è la verità!”, erano gli ospiti di San Grigiario.

“Le sue parole non sono ben accette, signor direttore! Dovrebbe vergognarsi per il suo comportamento! Gli ospiti del suo ospizio mi hanno mandato decine di lettere di lamentela per ripercussioni ed arroganza da parte sua!” lo ammonì il giudice. Durante il discorso Toby scappò da Martin e dalla vecchina ed andò a coricarsi sulle ginocchia del giudice: “Che cane adorabile!” disse; Toby gli leccò la mano che presentava un brutto taglio, PUF! Magia! e glielo fece sparire, ma il giudice non se ne accorse, si girò verso Martin e gli diede la parola.

“Buongiorno giudice, sono il rappresentante legale della signora qui presente. Il cane che lei ha in grembo si chiama Toby, è un cane magico, ha il potere di guarire le ferite con la saliva e soprattutto ha il potere di rendere le persone felici”.

“Guarire le ferite?” chiese il giudice attonito, “che diavoleria è mai questa?” Martin replicò prontamente “Si, non sto scherzando, guardi la sua mano, ricordo di aver visto una grande ferita!”. Il giudice posò il martelletto sul grande tavolo davanti a lui e cercò il suo taglio.. disse “Come può essere successo? Mi sono appena tagliato! Sei veramente stato tu?”. Il cane lo guardò con tenerezza. “Quindi, avvocato, quello che mi ha detto è vero?”, “Si, signor giudice, tutto ciò che le ho detto è vero!” rispose Martin. “Date queste circostanze mi ritiro per deliberare”, il giudice uscì dalla stanza.

Martin si girò verso la vecchina, le sorrise e le disse “Andrà tutto bene! Stia tranquilla” e la vecchina rispose “Lo so Martin, lo so, non so come ringraziarti per tutto quello che stai facendo per me!”, “Non mi devi ringraziare, gli amici si aiutano e basta!”. Si abbracciarono.

Dopo circa venti minuti suonò il campanello, tutti si alzarono in piedi e il giudice entrò. “Seduti grazie”: “Questo caso consiste in due storie distinte ma che sfortunatamente coincidono, quella del direttore di San Grigiario e quella della signora qui presente”, rivolse la mano verso la vecchina, “ed del suo cane Toby”. Giudico l’imputato colpevole di maltrattamenti a danno dei suoi ospiti qui presenti e verso animali da compagnia. Lo condanno a pagare un’ammenda di 10.000 euro da devolvere alla casa di riposo e ad un anno di lavoro socialmente utile. Inoltre, l’incarico di direttore della suddetta casa di riposo andrà a suo figlio: Martin, primo in successione della famiglia. Questa è la mia sentenza che riguarda l’ex direttore di San Grigiario!”,  “..NO!” urlò il padre di Martin “questo non può succedere! Mio figlio è un incapace, non ha né  doti dirigenziali né organizzative! Manderà il mio ospizio alla rovina”. “L’ospizio di suo figlio!” replicò il giudice, “Portate via quest’uomo”. Senza che nessuno lo toccasse, l’ex direttore si alzò e uscì dall’aula sbattendo la porta violentemente.

Il giudice continuò: “Per quanto riguarda la nostra cara signora, si potrà mettere d’accordo con il signor Martini per il soggiorno del suo cane all’interno della casa di riposo”. Martin si alzò in piedi e affermò: “Nel caso non fosse ovvio, il permesso è accordato!”. La vecchina si girò verso Martin e  mormorò un “grazie”. “Quel ringraziamento così sincero valeva di più di mille parole”, pensò Martin. “Delibero poi, che coloro che hanno un cane o un animale utile al sostentamento o alla guarigione di un anziano o di un malato abbiano la possibilità di vivere con i suddetti animali nelle case di riposo o negli ospedali.” Concluse la sua arringa con: “Molto bene, posso felicemente dire – il caso è chiuso”. Tutti coloro che avevano assistito alle fasi del giudizio fecero un sospiro di sollievo. La situazione di tutti non poteva che migliorare.

In pochi mesi il nuovo direttore rese San Grigiario più allegro, confortevole e su misura per i suoi ospiti, il grigio non era più il colore predominante. Martin infatti aveva fatto domanda al comune per cambiare il nome.. San Grigiario non rispecchiava più la sua casa di riposo. Il professore gli diede un 30 al suo esame e gli propose di diventare suo assistente per le sue capacità e per il cuore dimostrato nel difendere le persone indifese.

La vecchina della stanza 52 era raggiante, oltre a Martin ed il suo amato cane aveva conosciuto molte altre persone con cui parlava, giocava a carte e beveva il caffè.

E Toby? Toby non era mai stato così felice.

 

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